Lo Zafferano lavorazioni
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Prima dell’impianto è buona norma effettuare la solarizzazione del terreno tecnica di facile applicazione e poco costosa, che ha lo scopo di contenere i parassiti, patogeni ed erbe infestanti nel terreno. A giugno, è bene, dopo la letamazione, preparare il terreno all’impianto e irrigarlo abbondantemente; subito dopo va coperto con un film sottile (0.04-0.05 mm) di materiale plastico trasparente facendolo aderire al terreno ed interrando i bordi per 15 – 20 cm ed infine va tenuto coperto per almeno 40- 50 giorni.

Questa tecnica che utilizza l’energia solare per scaldare l’acqua presente nel terreno, effettua una pastorizzazione dello stesso, contribuendo a far germinare i semi delle erbe infestanti e provocando l’eliminazione degli agenti termolabili quali parassiti e patogeni, salvaguardando cosi la flora microbica antagonista in quanto termo tollerante. Il periodo dell’impianto varia da giugno a settembre; si traccia un solco profondo 15 – 20 cm e largo 10 – 15 cm, vi si dispongono i bulbi in posizione eretta distanziandoli 5 cm l’uno dall’altro.

L’interfila deve essere di circa 40 cm , si avrà conseguentemente un investimento di circa 500.000 bulbi/ ha . per la realizzazione di un nuovo impianto si sceglieranno i bulbi di maggiori dimensioni( 2.5-3 cm), esenti da lesioni, attacchi parassitari e malformazioni. Prima della messa a dimora, i bulbi, devono essere ripuliti dai tessuti vecchi e dalla terra e quindi conciati immergendoli in una soluzione a base di rame, per alcuni minuti. Posti nel solco, saranno ricoperti di terra che verrà spianata e successivamente rullata per favorire una perfetta adesione del terreno al bulbo.

Lo zafferano non richiede particolari cure colturali; per il controllo delle infestanti si interviene con leggere fresature da ripetere fino a settembre. Esigenze nutrizionali per ettaro: 40- 50 unità fertilizzanti di azoto; 70-80 unità di fosforo, 50- 60 unità di potassio associate a 150 q./ha di letame. La durata dell’impianto dipende dalle condizioni climatiche delle zone di coltivazione. In areali con estati caldo- aride, dove non esiste rischio di diffusione di attacchi parassitari,la coltura può essere poliennale ( 3-4 anni) mentre in ambienti sub montani e piovosi sarà annuale.

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