Festa Regionale della Mietitura
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Durante la mietitura is Messadoris (mietitori), per proteggersi da spighe e reste del grano, indossano un grembiule chiamato Su pann’ i ananti, , ed intorno agli avambracci is manaxibis, delle manopole tipiche, entrambi costituiti di robusta tela. In testa sotto il berretto si legano su muccadori, un grande fazzoletto di tela bianca utilizzato per proteggersi dai moscerini e da altri insetti. Si inizia a mietere alle prime luci dell’alba.

Ognuno ha davanti a sé il suo fronte, sa tenta, e miete con la falce, sottilmente dentata. Col grano mietuto formano nella mano su manugu , il manello, che legano girandovi intorno alcune spighe, che posano poi per terra.

Una volta mietuti cinque o sei manugus sospendono la mietitura per legarli assieme, allongiai, e formare sa maghia, il covone, che poi con grande abilità sollevano in aria e fanno ricadere per terra in posizione eretta e tondeggiante.

Le spigolatrici, is ispigadrixis , vestono gonne lunghe e larghe, agli avambracci indossano is manaxibis, e sul davanti si legano alla cintola sa sacchitta, una capiente e robusta sacca di tela che riempiono di spighe prive di culmo.

Le altre spighe vengono invece raccolte a grossi mazzi. A metà mattina il lavoro viene sospeso per effettuare su murzu una ricca colazione contadina a base di formaggio , olive, cipolle, civraxiu, vino e acqua solitamente consumata all’ombra di alberi se ce ne sono o a s’ oprigu ottenuto da un lenzuolo steso fra due o tre pali o da un carro dove si allineano una sull’altra sovraponendo alcune maghias.

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